Avevo solo 21 anni, nel 1991, quando ho iniziato a seguire i primi corsi da fiorista. L’entusiasmo alle stelle, volevo coprire il mondo di fiori. Ai corsi naturalmente la prima cosa che ci insegnavano era l’utilizzo della spugna per fioristi.
Un anno dopo e’ nata mia figlia. Volevo come tutte le mamme, per lei solo il meglio. Cercavo il miglior cibo possibile per nutrirla. Quindi leggevo le etichette dei cibi in modo quasi ossessivo al fine di evitare i conservanti, i coloranti e qualsiasi additivo chimico. Allevavo galline al fine di prendere le loro uova piu’ fresche e genuine possibile. Mio padre mi aiutava coltivando un rigogliosissimo orto.
Allora non sapevo che con il mio lavoro contribuivo ad inquinare i mari dove abitavano i pesci che cucinavo per la mia dolcissima bambina…
Ho scoperto solo da poco, in seguito ai recenti studi fatti nelle universita’, che la spugna utilizzata per gli allestimenti floreali e’ inquinante e non biodegradabile. Sono rimasta molto delusa, pensavo che si dileguasse senza lasciare tracce, invece rimangono delle piccole microplastiche che vengono ingerite dagli abitanti dei mari e ne puo’ provocare anche la morte. I pesci che non muoiono arrivano nei nostri piatti portandosi dietro il frutto della nostra superficialita’.
Ci sono altre alternative ecologiche all’uso della spugna per fioristi che sto energicamente mettendo a punto.
Intanto ho eliminato la plastica dal mio punto vendita.
Penso adesso a quanta spugna ho consumato io in tutti questi anni da fiorista, poi penso a quanti fioristi ci sono in Italia…diventa un numero spaventoso davvero!!!
Non e’ tardi, se iniziamo ora uno stile di vita diverso e scelte di lavoro in sintonia con l’ambiente.
Buona vita a tutti voi!!!
Paola